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L’esercito dei dodici pettegolezzi – seconda parte

Vi ricordate cosa stavate facendo la scorsa estate, nel Luglio del 2010? Eravate già al caldo ad abbronzarvi o a dormire sotto l’ombrellone, o forse stavate soffrendo sui libri per qualche esame particolarmente tosto? Per quanto ci riguarda, una di noi era in procinto di laurearsi, e tutte le altre erano in spasmodica attesa di quel giorno per farla ubriacare, ovviamente. Probabilmente è a causa di questo che ci siamo perse per strada alcune notizie decisamente interessanti, ma sono qui proprio per recuperare i fattacci accaduti ormai mesi fa, quando il freddo e la neve di questi giorni erano solamente un ricordo.
E se in quei giorni avevamo il nostro caro amico Ryo Nishikido che, sul set del suo drama JOKER, si trovava nel bel mezzo di conversazioni intelligenti di cui non era all’altezza – ed intervenendo con un poco pertinente “Lo sapete che unghie, capelli e caccole hanno lo stesso odore quando vengono bruciate?”, ottenendo in risposta solo gli sguardi attoniti dei colleghi Masato Sakai e Anne Watanabe – questa non era certamente la notiziona del mese. Nonostante, infatti, una celebre coppia fosse scoppiata proprio in quei giorni – parliamo di Kazunari Ninomiya degli Arashi e Masami Nagasawa, a quanto dicono le voci proprio a causa di un tradimento del primo – la notizia ha avuto poco seguito grazie alla nascita di un’altra coppietta, assai meno conosciuta.

La giovane attrice Kii Kitano (la co-protagonista di Akanishi in BANDAGE, e di cui ci eravamo trovate a parlare nel nostro precedente Kis-my-Scandal) è stata clamorosamente beccata a scambiarsi appassionati baci ed altre affettuosità con il collega di poco più grande Kazuma Sano (Otomen, HAMMER SESSION!, alcune puntate di Tumbling). I due sembrano essersi incontrati davanti ad un Hotel in tarda serata, hanno prenotato insieme una stanza tenendosi per mano ed hanno passato la notte insieme, uscendo poi la mattina dopo intorno alle 11. Dopo aver fatto un pezzo di strada insieme, prima di separarsi si sono salutati con un lungo abbraccio ed un innegabile bacio. Non solo, pare che prima di allora, fossero stati spesso visti insieme a fare shopping, ma le foto fossero rimaste nel cassetto dei reporter del FRIDAY in attesa di ulteriori sviluppi nella loro relazione.
Ciò che c’è di meglio in questa storia, sono i commenti delle due agenzie: trovandosi di fronte al fatto compiuto, l’agenzia di Sano – la Stardust –  ha evitato ulteriori domande con un semplice “Dato che è un affare privato, non spetta a noi commentare in proposito“, mentre l’agenzia della Kitano – la Foster – se n’è uscita con la assai poco credibile risposta standard che viene data in questi casi: “Sono solamente amici intimi“. Ora, se viene spontaneo chiedersi quanto intimo debba essere un rapporto di amicizia per arrivare sino a quel punto – o, nel caso il signor Sano si comporti in un certo modo con tutte le sue amiche, possiamo tranquillamente immaginare la fila dietro la porta di casa sua – i dubbi vengono dissipati quando, qualche settimana dopo, la povera Kii viene costretta a scusarsi per il comportamento “poco decoroso” tenuto in pubblico. Ed è proprio qui, che la ragazza attrae in un attimo tutta la mia approvazione, perché dopo le solite scuse – “Mi concentrerò di più sul lavoro, non volevo deludervi tutti, mi dispiace per i problemi creati” – ha sbottato con un bel “Perché dovrei scusarmi di essere innamorata?“. Così si fa.

Ad Agosto, con le temperature che si alzano sempre di più, giustamente la prima cosa che viene in mente di fare è di togliersi i vestiti. Il mese comincia con il servizio fotografico eccessivamente sexy dell’Uwasa Queen Erika Sawajiri, e con le successive domande poste da bene o male chiunque, del settore e non: “Ma qualcuno si ricorda perché questa sia diventata famosa, oltre agli scandali di cui costantemente infarcisce la nostra vita?“.
Ma sempre a proposito di scandali, chi di voi frequenta le communities di Livejournal, non può non aver sentito parlare dell’ormai celebre – se non altro nel Fandom – biondissima fidanzatina straniera del giovane Yuya Tegoshi (NEWS e Tegomass). E per chi non ne sapesse niente, è presto detto: il pettegolezzo ha cominciato a girare da quando, ad un concerto dei NEWS circa due anni fa, l’idol si è avvicinato ad una ragazza straniera, nel pubblico, che teneva in mano un suo Uchiwa (ovvero un ventaglietto con su stampata la foto di un idol, nello specifico Tegoshi), regalando a lei il gadget con il suo autografo. Sino a qua, niente di strano: spesso i ragazzi, in particolare i Johnny’s, se notano una ragazza non asiatica nel pubblico la trattano meglio per il semplice fatto che immaginano che abbia viaggiato molto per essere lì, e perché, ovviamente, fa loro piacere scoprire di avere una fanbase al di fuori del Giappone.
Qualche mese dopo, però, le voci non possono che aumentare: esclusivamente su internet – senza aver quindi alcun supporto cartaceo né tanto meno giapponese da cui sono arrivate queste notizie  – cominciano a nascere come funghi avvistamenti della misteriosa ragazza. C’è chi giura che sia stata vista sul set del film di Tegoshi (Dareka ga Watashi ni Kiss wo Shita, al fianco di Maki Horikita e Ken’ichi Matsuyama), c’è chi l’ha vista al cinema insieme a lui, chi addirittura ha visto la coppia entrare in tarda notte in un Love Hotel. La povera ragazza in questione (ai tempi conosciuta come hontou, su Livejournal) nega e stranega, sino a quando, esasperata, non elimina il proprio account, sparendo dalla circolazione.
Ma l’isterismo che si era creato attorno a questa storia non finisce qui: nell’Agosto del 2010, infatti, un tabloid giapponese involontariamente fomenta le follie pubblicando la notizia, rigorosamente andando a pescare alcune foto di repertorio e quindi senza alcuna prova, di aver beccato il giovane Tegoshi a passeggiare mano nella mano con una biondissima straniera, mentre entrambi si recavano ad un salone di bellezza per farsi tagliare i capelli. Al loro arrivo, il salone è stato chiuso al pubblico così che i due potessero sentirsi più a proprio agio, nonostante all’uscita non fossero né affettuosi come prima né tanto meno molto sorridenti. Che la nostra biondina non abbia apprezzato il nuovo taglio di capelli?

Arrivando a Settembre, è impossibile non concentrarsi sulla presunta storia d’amore tra due degli artisti più famosi in Giappone: l’attrice Maki Horikita (Atashinchi no Danshi, Tokujo Kabachi!!) e Sho Sakurai degli Arashi. I due hanno recitato insieme nel Gennaio 2010 proprio in Tokujo Kabachi!!, nel ruolo di antagonisti che lentamente scoprono un modo di comprendersi a vicenda.
Tra i commenti riguardanti il loro modo di comportarsi anche fuori dal set, ce n’erano alcuni che sicuramente facevano scappare un sorriso: “Dato che dovremmo essere rivali, cerco di odiarlo anche fuori dal set!” diceva Maki con una certa fierezza, “Questo ovviamente non succede, vero? Non smettiamo un attimo di sorriderci” controbatteva il nostro marpione preferito. Mesi dopo, però, il gestore di un locale a Shinjuku Ni-Chome (e qui avrete già capito di che tipo di pettegolezzo si tratti) dichiara a gran voce di aver visto i due insieme abbastanza frequentemente in alcuni gay bar del distretto, e che altrettanto spesso fossero accompagnati dall’attore Ken’ichi Endo – loro collega nello stesso drama. “Sakurai e Horikita sembravano piuttosto affettuosi ed in intimità l’uno con l’altro“, diceva, “si sfioravano le mani e si sorridevano moltissimo, mentre Endo li osservava. Eppure, è curioso il luogo che hanno scelto per i loro appuntamenti“. Ovviamente, non tutti i tabloid sono immediatamente corsi a gridare “al gay al gay!”: c’è chi ha immaginato che avessero scelto come luogo dei loro incontri Ni-Chome proprio per far sì che non sembrasse ad occhi esterni un vero appuntamento, portandosi anche dietro il terzo incomodo della situazione. C’è invece chi si chiede: perché la soluzione più ovvia non potrebbe anche essere quella vera?

Ottobre è stato senza dubbio uno dei mesi più variopinti del 2010 per il genere di notizie che sono circolate: si andava dallo scandalo che aveva colpito Akimoto Sayaka delle AKB48, alle sparizioni dell’Uwasa Queen Erika Sawajiri, ma ovviamente sappiamo che anche se con grandi scandali in corso, i colleghi di chi è sotto i riflettori ne approfittano per darsi ancora più da fare.
Tra un matrimonio – quello tra il Johnny’s di prima generazione Noriyuki Higashiyama degli Shounentai, 44 anni splendidamente portati, e l’attrice Yoshino Kimura, 34 anni – ed un divorzio – Leah Dizon e l’ex-marito Bun, stilista – sembra quasi assurdo che lo scandalo più grande, ad eccezione di quelli già da noi riportati sul momento, fosse nato a causa di un drama che sarebbe andato in onda nella stagione autunnale.
La cosa più bella, però, è che gli scandali non riguardino banali storie d’amore nate sul set, ma la trama in sé. Himitsu è la storia della famiglia Sugita, di madre e figlia (Mirai Shida, soli 17 anni) che restano coinvolte in un incidente d’autobus. La madre perde la vita, ma il suo spirito entra nel corpo della figlia, che, una volta tornata a casa dal padre-marito (Kuranosuke Sasaki, 42 anni) racconta l’accaduto, ed insieme cercano di capire come vivranno la loro vita insieme d’ora in avanti. Dopo la dichiarazione degli autori in cui anticipavano la presenza di una scena d’amore che avrebbe coinvolto i due nel drama, le polemiche sono state inevitabili: “Se fosse successa una cosa del genere al di fuori dal drama, sarei stato nei guai“, ha commentato Sasaki, mentre la giovane Shida ammetteva il suo enorme imbarazzo. La cosa assurda, in effetti, è stata che le polemiche si sono riversate assai più sulla differenza d’età tra i due che sul fatto che si trattasse, effettivamente, di incesto tra padre e figlia. Insomma, trattandosi poi di un drama giapponese, le scene sono state decisamente più delicate di quelle che chiunque si sarebbe immaginato, ma l’elemento di disturbo di fondo è rimasto.

Il mese di Novembre si apre con l’annuncio di Miyavi del nome scelto per la sua seconda figlia, nata prematura (di otto mesi circa) ma in salute nell’ultima settimana di ottobre: con uno dei suoi interventi sul blog sentiti, commoventi ma a modo loro divertenti, chiede al mondo di salutare la piccola Jewelie (Julie, probabilmente, nome però scritto in giapponese come 理 – ragione – e 希 – speranza, pronunciato nella lingua madre dei genitori come Juri o Kiri), per fare ovviamente il paio con la sorellina, la primogenita Lovelie (Lovely, 愛理, pronunciato in giapponese come Airi). Insomma, non ha voluto abbandonare la propria originalità nemmeno dopo aver cominciato a riempire il mondo di sue piccole bellissime cloni.
Non tutte le notizie del mese, però, suscitano la stessa tenerezza: la bella e ormai famosissima Atsuko Maeda delle AKB48 è stata beccata – niente affatto in pieno – a fumare alla “tenera” età di 19 anni, grazie ad una foto pubblicata sul blog di una delle ragazze, dove si intuiva un posacenere ed un accendino accanto all’incriminata. È necessario ricordare che, in Giappone, la maggiore età si raggiunge solamente con il compimento dei 20 anni, e con essa, il permesso di fumare o bere alcolici. Sono stati problemi simili a determinare la sospensione permanente o temporanea di alcuni membri di altre agenzie che trattano idols, in passato, quali ad esempio Hiroki Uchi (tornato poi come Johnny’s Junior e mai reintegrato nelle precedenti units di cui faceva parte), Hironori Kusano (che ha deciso per uno spontaneo ritiro dall’agenzia) ed alcune ragazze delle Morning Musume. Le cose, però, recentemente sembrano essere piuttosto cambiate: nonostante idols come Yuya Takaki, Kota Yabu e Hikaru Yaotome degli Hey!Say!JUMP – solo per citarne alcuni – siano stati visti spesso in alcuni locali a bere alcolici e fumare sigarette quando ancora erano minorenni, nessun provvedimento è stato preso, è così è stato anche nel caso della bella Acchan. Che Yasushi Akimoto, il “papà” delle AKB48, non volesse perdere una delle ragazze in assoluto più famose della super-unit è chiaro, così come lo è che non ci fossero abbastanza prove a suo carico. I fanciulli innamorati di lei hanno tirato un sospirone di sollievo, e presto tutto fu dimenticato.
Così come venne in fretta dimenticato il pettegolezzo sul ritorno di fiamma tra il Sex King (il nome non gliel’ho dato io, lo giuro) Jin Akanishi e la sua ex bella Takako Uehara. La tormentata storia d’amore tra i due non è mai stata smentita, né, però, mai stata confermata: i primi avvistamenti risalgono addirittura al 2005, quando i KAT-TUN non avevano avuto il loro debutto ufficiale, e gli occhi delle macchine fotografiche di BUBKA e Friday non erano ancora puntati sempre sull’Akanishi nazionale, in attesa che combinasse qualcosa che potesse essere ingigantito all’inverosimile.
Le malelingue vogliono che sia stato proprio a causa di un brutto litigio tra i due, con conseguente dolorosa separazione, ad aver fatto fuggire Jin in America, per quel famoso “viaggio di studio” nell’ormai lontano 2006 – ovviamente, le lingue ancora peggiori hanno tirato fuori storie ancora più turpi, che se volete racconteremo, ma non in questo momento – e che la sua romantica Care fosse proprio dedicata a lei. Nel 2008, tornano le notizie su questa coppia: in alcuni servizi fotografici e programmi televisivi, i due ragazzi sembrano indossare un accessorio sin troppo simile, un anellino, per la precisione. Non si sa più niente sino, appunto, al Novembre del 2010, quando sono stati visti insieme ad un party, nel privé di un club dedicato alle celebrità. E se le celebrità stesse si fanno un favore, tacendo a vicenda ciò che vedono, non vale la stessa regola per i camerieri dei locali: tra blog e twitter, la notizia ha fatto il giro di internet sino a finire sui giornali, e, come in tutti i telefoni senza fili di questo mondo, la notizia è arrivata decisamente cambiata alle nostre orecchie. Quindi, se ciò che sappiamo è che Jin e Takako stavano amoreggiando come una coppietta in luna di miele, basta poco a recuperare i reports originali e a leggere che in realtà i due hanno semplicemente scambiato due cortesi chiacchiere, quando Akanishi, da bravo galantuomo (!) quale è, ha offerto da bere alla ragazza e all’amica, prima di congedarsi e tornare dalla sua truppa – che io immagino a fischiare e dire volgarità come ogni gruppo di maschi ubriachi a questo mondo quando uno dei loro amici di allontana a parlare con una bella fanciulla. Della serie, ci piace immaginarli così.

Così arriviamo finalmente a Dicembre, con il nostro bonazzo intellettuale di fiducia – Hiro Mizushima – che festeggia il suo primo romanzo, già un best-seller con più di 350 mila copie in soli cinque giorni, ed i vari Qualunquecosa48 che scalano le classifiche con una facilità impressionante.
L’ultimo mese dell’anno della Tigre è stato nutrito più che altro da notizie di nuove uscite e prossimi successi – tra cui l’impennata della carriera da solista di Tomohisa Yamashita, l’annuncio di singolo ed album di Jin Akanishi, nonché la korean wave che prosegue sinché l’onda è alta, con l’arrivo della popolarissima boyband coreana SHINee in Giappone in primavera – ma è impossibile non soffermarsi un istante, prima di andare al vero pettegolezzo di questo mese, su Jun Matsumoto degli Arashi che, quando è stato scelto come nuovo testimonial di una popolare linea di mascara, è rimasto convinto per un po’ di tempo che si sarebbe dovuto travestire da donna. E la cosa, manco a dirlo, lo faceva sentire onorato. Ma non saremmo noi se in un intero articolo non ci mettessimo nemmeno un solo pettegolezzo tra due fanciulli sospettati di non raccontarla proprio giusta.
A Dicembre si fa vivo, guarda caso, lo stesso ragazzo che nello scorso articolo ci aveva fatto inarcare le sopracciglia: Toma Ikuta. Il fedele ed affezionato FRIDAY pubblica un articolo proprio gli ultimi giorni del mese, dal sunto poco fraintendibile in cui il giornalista di turno si domandava ripetutamente cosa ci facesse il popolare e talentuoso attore Toma fianco a fianco all’ancor più popolare Sho Sakurai, in un appuntamento a due. I ragazzi, con cappello e occhialoni come ogni bravo idol che si rispetti quando non vuole farsi riconoscere – qualcuno dica loro che vestiti così male attirano solo di più l’attenzione, vi prego – hanno trascorso la serata insieme, cenando in un locale piuttosto intimo di Roppongi per poi terminare l’uscita in un club poco distante, chiacchierando amabilmente.
Sul fatto che i due ragazzi fossero amici di vecchia data, non c’è alcun dubbio: in alcune interviste, Ikuta stesso racconta di come tra le cose a cui tiene di più ci siano le foto scattate insieme a Sakurai che, dal canto suo, ci rivela un’insospettabile passione per la fotografia, e ama portarsi dietro la sua macchina fotografica ad ogni uscita con gli amici più cari.
Come facciano i giapponesi a non trovarci niente di male vedendo un idol scorrazzare per il quartiere gay di Ni-Chome femminilmente abbigliato – con un sorriso ricordiamo il nostro amico Kazuya Kamenashi – e a farsi fior fiore di scandalose domande sul conto di due amici che passano la serata insieme, anche se da soli, questo rimane tutt’ora un mistero.

Con un ultimo ringraziamento e tanto amore per averci permesso di raggiungere quota 10 mila visite vi lascio, in attesa di portarvi le notizie più fresche sulle nuove coppiette che stanno nascendo proprio in questi giorni: dopotutto, non la sentite anche voi la Primavera che si avvicina?

Host e chirurgia plastica: questo è il Visual Kei!

Mamushi ha occhi e orecchie ovunque: quindi, non preoccupatevi, ma nulla ci sfugge. E i nostri vari occhi e orecchie (ma poi, i serpenti come ci sentono? Giuro che è una domanda che ha tormentato la mia infanzia) hanno indugiato per qualche secondo di troppo sulla disperata richiesta di aiuto che abbiamo trovato in giro per il web: esistono pettegolezzi anche sugli artisti del Visual Kei?

Ebbene sì, e ne esistono pure parecchi. Che ci crediate o meno, però, vengono zittiti e censurati ancora di più rispetto ai pettegolezzi che escono fuori ogni giorno su idols, attori, cantanti e compagnia bella.
Come le Dears, ovvero le ragazze del fanclub di Gackt Camui ci hanno più volte tenuto a dimostrare, le fans degli artisti che vengono catalogati sotto Visual / Oshare / Angura e chi più ne ha più ne metta kei sono per la maggioranza completamente matte. Fanno in modo di far divorziare i loro idoli, li perseguitano, li stalkerano, li aggrediscono, cercano di eliminare fisicamente i loro anti e oppositori e soprattutto tendono a minacciare di morte in modo allegro e simpatico qualunque essere umano di sesso femminile osi avvicinarsi a loro. Ed è per questo motivo che le agenzie e le case discografiche – che hanno regole persino molto più rigide di quanto possano essere quelle di Johnny & Associates, Hello! Project, Amuse e compagnia bella, che pure non scherzano – tendono a tacere e far sparire ogni traccia di notizia che possa mettere in cattiva luce i loro artisti o che, ancora peggio, possa dar cenno alle fans che persino loro – disgustorama! – hanno una sessualità. Ed è per questo che non è stato facile per noi scovare queste notiziole, ma ci abbiamo provato, ovviamente, e ci siamo riuscite.

I pettegolezzi che vengono censurati meno (anche perché dopo un po’ la cosa comincia a diventare imbarazzantemente ovvia) sono quelli sulla chirurgia plastica. Certo, in Giappone un tizio famoso su dieci si dà una ritoccatina, anche perché andare dal chirurgo plastico costa certamente meno che andare dal dentista.

Certo, l’esempio di chirurgia plastica più lampante l’abbiamo sempre con Gackt, che negli anni ha fatto in modo di passare dall’aspetto di studente piuttosto piacente con il ciuffo alla neo-melodico napoletano al Ken della Barbie in versione asiatica, e che, oltretutto, si comincia a vociferare che abbia bene o male duecento anni compiuti. Il trucco poi farà anche la sua parte, sicuramente, certo è che gli anni per lui sembrano non passare mai: ma niente di male, perché non ha mai nemmeno provato a negare di essersi sottoposto a più e più operazioni e botulinamenti vari, guadagnandosi pienamente la nomea di Re della Fabbrica di Plastica nipponica.
Chi è che invece preferisce non ammetterlo affatto?

Il fatto che i Dir en grey si siano sottoposti a chirurgia plastica (le foto di Daisuke Andou aka Die del prima e dopo sono alquanto esemplificative e raccapriccianti, e giuro che non è nemmeno il peggiore) è ormai risaputo, nonostante sia stato ritrattato anche quello insieme ad altre dichiarazioni (come ad esempio la bisessualità del bassista Toshiya) all’avvento della fama in America al fianco dei naturalissimi e mai rifatti KoRn (e ci mancherebbe, se qualcuno di loro si fosse sottoposto a chirurgia plastica e fosse uscito così, ci sarebbe stato da denunciare il chirurgo).
Chi invece ha preferito tacere queste personali informazioni sono i protetti della Peace & Smile Company, la PSC per gli amici. Se per contratto o per preferenza, questo – per ora – non ci è dato saperlo, certo è che la PSC è una delle agenzie con il contratto più assurdamente stracolmo di regole senza senso di tutta l’industria musicale giapponese.
Il bel chitarrista dei popolarissimi The Gazette, Uruha, si vocifera infatti che sia uno dei più rifatti del campo: certo il trucco fa decisamente il suo gran lavoro su di lui (basta guardare le sue paparazzate senza trucco: click!), ma basta dare uno sguardo alle foto più vecchie (prima, in centro nella foto, e dopo) del fanciullo ora deliziosamente androgino perché i ritocchini diventino lampanti: zigomi, occhi e chissà, un ritocco anche al nasino che non guasta mai. Dal chirurgo plastico però non ci è di certo andato da solo: anche l’amico e collega Reita, bassista dello stesso gruppo, pare si sia dato una decisa ritoccata agli occhi (anche le sue foto più vecchie non sono affatto clementi: prima e dopo). e chissà che il misterioso naso non sia un esempio di operazione mal riuscita; così come anche buona parte dei componenti degli Alice Nine, anch’essi sotto la PSC, che hanno direttamente fatto una gita di gruppo dal chirurgo plastico (il più palese il cantante Shou: prima e dopo). Che gli abbiano fatto uno sconto comitiva?


Sì, poche righe più sopra, abbiamo nominato le regole assurde dei contratti della Peace & Smile Company. Curiosi di sapere qualcosa di più?
Qualche anno fa, un ex dipendente dell’agenzia, licenziato o licenziatosi per oscuri motivi, si è lasciato sfuggire qualcosa di troppo riguardante i contratti che gli artisti devono firmare prima di essere completamente parte della PS Family (perché sì, a loro piace chiamarsi così). Pare che alcuni di loro si siano dovuti sottoporre a chirurgia plastica prima ancora che qualcosa di loro uscisse ufficialmente con il nome della PSC (sì, stiamo pensando soprattutto ai nuovi arrivati e mai visti prima SuG e ViViD, in effetti, e a quanto si sono impegnati per farli somigliare il più possibile a dei cloni delle band che avevano già fatto debuttare), perché non sia mai che uno dei faccini dei loro protetti non sia perfetto (su questo avremmo, in effetti, da dissentire). Oltretutto, segnalata come la clausola in assoluto più assurda del contratto, tutti gli artisti sono obbligati a non dichiarare niente della loro sessualità, che sia essa etero o omo, a non avere alcuna relazione, né fissa né tanto meno saltuaria, né a dare alcuna speranza alle fans di essere avvicinabili, ma, allo stesso tempo, far credere loro di essere i classici ragazzi della porta accanto. Insomma, niente di più semplice, no? Praticamente cercare di trasformarsi in quei miracolini della computer grafica tanto belli da guardare quanto freddi da toccare.
Come sicuramente avrete intuito, è stata proprio questa regola a spingere il cantautore e chitarrissa -miyavi- ad abbandonare – e non sappiamo quanto a malincuore, sinceramente, viste le regole assurde che gli venivano imposte – la PS Company. Infatti, poco dopo l’annuncio, sposa la bella cantante Melody, da cui qualche mese dopo avrà una bellissima bambina (proprio quella bambolotta che vedete insieme a lui nella foto) che chiameranno Lovelie.

Ma questo, tristemente, non è tutto: un altro ex dipendente di una casa discografica che trattava solamente di band Visual Kei, ha rilasciato un’intervista nel 2008 dove raccontava di tutti gli sporchi meccanismi che stanno dietro al successo (successo, inutile negarlo, sempre più effimero) delle band j-Rock di seconda generazione.
Quando ormai lo stile Visual Kei era lanciato (pur rimanendo, anzi, tornando, un genere di nicchia in patria molto più di quanto non lo fosse in Occidente), le band di piccoli cloni dei grandi della prima generazione (X-Japan, Malice Mizer, Luna Sea, Kuroyume, Buck-Tick e compagnia) fioccavano. Non era di certo il talento ciò che interessava di più alle compagnie in caccia di soldi, infatti, i ragazzi che venivano scelti erano per lo più ex delinquenti o ragazzini che avevano abbandonato la scuola, non sapevano scrivere canzoni, raramente erano davvero in grado di suonare i loro strumenti e sarebbero dovuti essere, in ogni caso, seguiti passo per passo. Venivano recuperati nelle Live house, dove avevano una sorta di muto contratto dal momento in cui il proprietario aveva permesso loro di suonare lì, o addirittura per strada, e ripuliti dalla testa ai piedi: è così che diventano praticamente Host, invischiandosi in un mondo che ha sin troppe rassomiglianze con la Yakuza. All’inizio ciò che conta non è di certo il talento spesso scarso, quanto più la capacità di attirare pubblico, soprattutto femminile, con quelli che sono veri e propri flirt ben mirati. I ragazzi lasciano il loro numero di telefono a quelle che diventeranno “le fans numero uno”, che cominceranno a sentirsi speciali quando vengono avvisate dagli stessi componenti della band delle novità e dei live. Si instaura così un rapporto del tutto simile a quello tra un Host e la sua cliente fissa: il musicista si fa desiderare e fa credere di desiderare a propria volta, ma non può e non deve concedere niente di diverso da quello, altrimenti la fan non sarà più una fan, ma una donna con cui hanno avuto una relazione. L’immagine della band deve rimanere intatta in quanto ragazzi della porta accanto, ma irraggiungibili: quando il numero delle fans comincia ad essere nutrito, allora la band può abbandonare la Live house in cui erano confinati ed aspirare a qualcosa di più.

Le cose, nel giro di due anni, sono ancora cambiate: alzi la mano chi, sfogliando due riviste che riportano la scena musicale Visual Kei (porterei come esempio ARENA 37C, ma ultimamente sembrano più interessati a cacciare idol giapponesi e coreani in copertina che altro) riesce a beccare le stesse band a distanza di un mese. I piccoli cloni della terza generazione del Visual Kei (per intenderci, la generazione dopo Dir en grey, Gazette, Alice Nine, miyavi e quella gente lì) sono ormai praticamente meteore, che scompaiono ad una velocità impressionante. Qualcuno si è chiesto il motivo per cui recentemente vengono riesumati dal congelatore i mostri sacri come Kuroyume, SADS e Luna Sea? Avete il motivo.