In principio fu BoA (click!). Il successo che l’allora enfant prodige ebbe in Giappone fu talmente eccezionale che alcune persone ancora oggi si dimenticano, spesso e volentieri, che la bella reginetta del jpop in realtà è tutto tranne che giapponese… a volte, probabilmente, ha rischiato di dimenticarsene pure lei.
Poi è stata la volta di quella che forse è la boyband asiatica più celebre di tutti i tempi (non per niente detiene – o deteneva? – il record mondiale per il numero di iscritti al fanclub ufficiale): i Tohoshinki (click!). Dopo un inizio travagliato nel mercato giapponese, sono esplosi come uno dei più grandi successi commerciali degli ultimi anni.
Poco tempo dopo, ha fatto la sua comparsa uno dei gruppi forse più caratteristici del genere kpop, quei Big Bang (click!) che subito hanno dimostrato di sapersi muovere bene tanto nell’hip-hop quanto nelle ballad.
Ma la cosiddetta Korean wave, l’ondata di artisti coreani in Giappone, non sembra volersi arrestare. Anzi! Dopo alcune sporadiche apparizioni di gruppi quali i Super Junior (click! – e in tutto questo non so quante persone abbiano il coraggio di ricordare – senza imbarazzarsi – la versione giapponese di Rokkugo! dei Super Junior T, click!), dopo lo scioglimento dei Tohoshinki, dopo la nascita di JYJ (Junsu – Yuchun – Jejung – click! – tra l’altro, approfitto della parentesi, pare che verranno in Inghilterra, Germania e Francia in tempi brevissimi, l’ha annunciato Xiah Junsu alla fine del concerto a Bangkok un paio di giorni fa… ma ovviamente aspettiamo notizie ufficiali) e dopo un sacco di altre cose… è finalmente arrivato il momento delle ragazze.
Se fossimo in Giappone adesso e fossimo interessate alla musica dei gruppi pop femminili, sicuramente non potremmo evitare di ascoltare le KARA (click!) e le Shoujo Jidai (click! – quelle che in Corea sono le So Nyeo Shi Dae, o più semplicemente Girls’ Generation… che avessero paura di veder storpiato il loro nome dalla PERFETTA pronuncia inglese dei giapponesi? Stelle, come biasimarle). Non solo questi due gruppi (anzi tre, includiamo anche le 4Minute, click!) hanno scalato/stanno scalando tutte le classifiche possibili e immaginabili, ma non hanno nemmeno faticato anni per arrivarci! Tanto di cappello, no?
…no, perché ovviamente c’è sempre chi ha qualcosa da ridire. Meglio così, o non starei nemmeno scrivendo quest’articolo, in effetti…
In questo caso i “problemi” sono tre:
1) Perché, quasi sempre, vengono tradotte canzoni già esistenti in coreano e non se ne producono di originali per il debutto in Giappone?
Questa, a essere sinceri, è una buona domanda. Forse perché costa meno e, in caso di flop, si può tornare a casa tra le braccia delle migliaia di fans che hanno amato la versione coreana? O forse perché, almeno in un primo momento, si cerca di fare presa sui fans giapponesi che già seguono il kpop?
A questo proposito, molti dei detrattori di questi artisti coreani reinventatisi giapponesi, li accusano di non portare niente di nuovo e pregevole alla musica jpop, ma addirittura di abbassarne il livello con il loro utilizzo di musica “riciclata”.
Ognuno, ovviamente, la pensi come vuole.
2) Perché ci sono versi in coreano nelle versioni giapponesi?
Questo è curioso, ma è effettivamente vero. I motivi sembrano essere due: da una parte sembra serva a tenere buoni i fans giapponesi del kpop, contrari all’esportazione dei loro beniamini all’estero, specialmente se questo significa sentirli cantare in una lingua diversa dal coreano.
Dall’altra, pare sia per venire incontro all’interesse che i giapponesi stanno sviluppando nei confronti del kpop e della cultura coreana in generale. Inoltre, sembra che i giapponesi trovino “moderna” l’aggiunta di parole o frasi coreane nelle canzoni giapponesi… sarà.
3) Perché non avviene il contrario? Cioè… perché i gruppi giapponesi non debuttano quasi mai in Corea ma si limitano a fare concerti e/o apparizioni televisive?
La risposta ci sembra francamente ovvia… perché non conviene. Il mercato musicale giapponese è il secondo al mondo dopo quello americano. Quello coreano è, come dire… minuscolo a confronto? Gli artisti giapponesi, che comunque hanno dimostrato negli anni di non dimenticare i loro fans in Corea, non hanno alcun interesse nel debuttare in un mercato così piccolo, mentre gli artisti coreani hanno tutto da guadagnare da un eventuale successo in Giappone.
A noi gli artisti coreani in Giappone non disturbano minimamente, spesso ci piacciono anche, speriamo solo che non si portino dietro quelle belve assatanate che sono gran parte delle loro fans in patria…